martedì 30 novembre 2010

Occupata la facoltà di Lettere.

Occupata la facoltà di lettere dai collettivi della sinistra-antagonista di TorVergata. Seppur appoggiando pienamente la rivolta in atto, troviamo quantomeno inutile e paradossale che un'intera facoltà debba piegarsi al volere di 10 individui, i quali, non scendendo a compromessi, rendono impossibile il normale svolgimento della didattica a tutti gli studenti.

RICORDIAMO CHE GLI STUDENTI PAGANO LE TASSE, E CHE L'UTILIZZO DELLE AULE E LA POSSIBILITÀ DI SEGUIRE LE LEZIONI È UN LORO DIRITTO.

Troviamo che una occupazione "simbolica" (o uguale alla seguente, ma con la possibilità di far svolgere le poche lezioni ancora attive ai ragazzi -molti dei quali pendolari-) sarebbe stata più giusta e quantomeno consigliabile. Ma, d'altronde, quando si cerca di instaurare un dialogo con beceri individui, famosi più per la loro INTOLLERANZA verso il "diverso" (politicamente parlando)...c'è da stupirsi?

lunedì 29 novembre 2010

“Riforma” Gelmini. Dopo la scuola, cala la mannaia sulle Università

ROMA – I tagli forsennati introdotti dall’attuale Governo rischiano di precludere alle Università italiane perfino la stentata sopravvivenza.

È questo, in parole povere, il grido di allarme lanciato dalla maggior parte dei Rettori. Soltanto le tre Università romane (la più antica “Sapienza”, “Tor Vergata” e “Roma tre”) hanno accusato, nel 2009, un deficit di 70 milioni di euro. Se rimarrà la ripartizione degli anni trascorsi, sui 400 milioni di finanziamenti aggiuntivi disposti dalla ultima legge finanziaria, agli atenei romani ne arriveranno non più di 30 ed il deficit arriverà a 40 milioni.
Il Rettore di Tor Vergata Renato Laura afferma: «Viviamo tra mille difficoltà e ci stiamo impegnando per avere risorse extra come i contratti internazionali di ricerca o ridurre i corsi di laurea, azzerandone qualche decina. Ma una "riforma a costo zero" come si sente dire in giro è una cosa che fa morire dal ridere».
È la mannaia del centrodestra di governo che sta gettando nel caos l’intero sistema di istruzione pubblica italiana.

La “riforma" Gelmini
Dopo quella sulle scuole superiori, che entrerà in vigore a settembre, è in discussione al Senato il disegno di legge governativo che dovrebbe modificare completamente gli atenei italiani e che potrebbe essere approvato entro la prossima primavera.
Leggendo il testo del disegno normativo una cosa balza subito agli occhi: l’utilizzazione, ripetuta come un mantra, della formula “senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”. È il modello di base, lo schema del pensiero unico tremontiano che la ministra non può che fare suo: quello di inibire qualsiasi finanziamento agli studi universitari e alla ricerca, anzi, tagliare forsennatamente fino al punto di mettere a rischio qualsiasi ambito di operatività per i docenti e le strutture universitarie.
D’altronde, l’Italia, anche in questo campo, sta rapidamente conquistando il non ambito posto di fanalino di coda dell’Europa in materia di ricerca. Nell’autunno scorso sono state assegnati i finanziamenti europei per la ricerca e il nostro Paese è stato superato praticamente da tutti gli altri, perché il criterio di assegnazione è stato quello della percentuale degli investimenti pubblici che ciascuno Stato europeo destina alla ricerca e in Italia è l’1,1%, inferiore a quello della Svizzera (2,9%), dell’Olanda (1,8%), mentre siamo stati sorpassati anche da Spagna, Slovenia, Irlanda, Repubblica Ceca.
 
Finanziamenti agli atenei più meritevoli
Per giustificare i tagli al sistema universitario, il Governo mette in campo la parola magica, quella utilizzata da sempre per destrutturare il sistema di istruzione pubblica: il merito. E così, sottintendendo che, fino ad ora, sono andati avanti soprattutto i raccomandati e quindi i non meritevoli, si prospetta un futuro nel quale solamente le Università più sparagnine e con i professori più meritevoli, secondo una speciale classifica stilata dallo stesso Ministero nello scorso luglio, potranno usufruire di più finanziamenti. Atenei, ad esempio, come quello di Trento (classificatosi al primo posto), seguito dal Politecnico di Torino e da quello di Milano. Le altre Università dovranno arrangiarsi e, addirittura, chiudere perché non meritano nemmeno più di esistere, con buona pace dei rispettivi bacini di utenza e del diritto allo studio della popolazione studentesca. Ma la classifica stilata dal Ministero è stata pesantemente contestata dai Rettori delle Università di Parma e Macerata secondo i quali il metodo di calcolo seguito dal Ministero è sbagliato.


Ancora una volta, quindi, per ripareggiare i conti in rosso dello Stato, si va a cercare di tagliare li dove non si dovrebbe mai, ovvero nell'istruzione, forti anche del sicuro tornaconto che esso produrrà a livello globale nel futuro:

- SCUOLE PUBBLICHE =
+ SOLDI NELLE CASSE DI QUELLE PRIVATE;
+ RAGAZZI IMPOSSIBILITATI A FREQUENTARE LE SCUOLE SUPERIORI A QUELLE DELL'OBBLIGO, E QUINDI
+ IGNORANTI = POPOLO PIÙ FACILMENTE GESTIBILE, MAGGIORE FACILITÀ A CREARE UNA ÈLITE DI POCHI FIGLI DI PAPÀ E MAGGIORE FACILITÀ A PIAZZARLI NEI POSTI DI COMANDO PER "MERITOCRAZIA".

INSOMMA....BENVENUTI NELL'ITALIA DI DOMANI!

martedì 23 novembre 2010

E la scuola dove va?


Oramai sta divenendo una triste abitudine del malcostume italiano adattato all'ambito politico quello di dichiarare, ad ogni finanziaria, tagli su servizi che, anche il più inetto e superficiale dei cittadini, riterrebbero SACROSANTI E FONDAMENTALI in uno stato dove non è che la pressione fiscale e le tasse siano bazzegole. Eppure, come già detto, sta diventando un'abitudine: ad ogni finanziaria il ministro Tremonti annuncia tagli dei finanziamenti alle scuole (private e pubbliche), salvo poi rimangiarsi i tagli ai privati il mattino seguente. E si poteva esimersi dal continuare tale tradizione anche quest'anno? Certo che no.
La sceneggiata è puntualmente replicata anche quest'anno (taglio previsto di 250 milioni di euro ed immediato <<DIETROFRONT!>> senza neanche il minimo sforzo da parte di quelle che, oramai, potremmo tranquillamente chiamare  "gerarchie scolastiche" che hanno grandi interessi nel mantenere aperte (a spese dello Stato) i loro istituti privati (i quali, a dirla tutta, camperebbero più che dignitosamente anche con i soli introiti provenienti dalle salatissime rette, alle quali i "papi" di novelli pariolini sono "obbligati" per garantire un'istruzione "fuori dalla massa" ai loro cucciolotti, troppo  borghesi per esser mescolati alla marmaglia di una scuola pubblica.
E naturalmente, mentre la scuola privata si prende la sua consistente fetta di torta invariata, rimangono, in tutta la loro drammaticità, i tagli alla scuola pubblica, a cui vengono sottratte anche le ultime bricioline rimaste a conferma dell'intenzione di questo governo di centrodestra di spingere sull'acceleratore in direzione di una totale privatizzazione della scuola, della ricerca, della sanità, dei trasporti ed in tutti gli altri settori (della conoscenza e non solo) che un tempo erano giudicati senza scandalo COSA PUBBLICA. Beni che ogni stato con la "S" maiuscola si guarderebbe bene dallo svendere al miglior offerente; ma non in Italia.

E s'è vero che il mito s'incarna nella lotta, la gente di questo stato dovrebbe dilaniare l'immobilismo che la contraddistingue da anni, ribellarsi e scendere in piazza davanti l'ennesimo sopruso subito o programmato, che come una scure si agita sulle teste delle generazioni che verranno: È QUESTA L'ITALIA CHE VOGLIAMO LASCIARE AI NOSTRI FIGLI?

lunedì 8 novembre 2010

Guida alle matricole: parte uno. Facoltà di Scienze

Salve a tutti!

Come ogni buon gruppo universitario che si rispetti, cominciamo con analizzare le "FAQ" (domande più richieste...) in modo da dare qualche "dritta" a tutte le matricole, catapultate da una scuola superiore di medio/basso livello...ad un'università che non sarà il massimo dell'eccellenza, ma comunque richiede conoscenze per districarsi in un ambiente più amplio e complesso di quello liceale.

Partiamo con il nostro viaggio dalla facoltà di scienze.

Iniziamo dal nome: perchè sul curvone verso la Romanina c'è scritto Scienze MM.FF.NN.?
L'acronimo (raddoppiante la lettera ad indicare la volontà plurale dell'abbreviazione) stà per "Matematiche, fisiche e naturali", il che va a spiegare che all'interno di quel lungo serpentone grigio di cemento, che si snoda dalla fermata del 500 a quella del 20 express, "vivono" le facoltà di tutte quelle scienze che si rifanno ad ambiti matematici (Matematica, informatica, scienze e tecnologie dei media), fisica (fisica, scienze dei materiali), naturali (chimica, biologia), etc etc...

Perchè il palazzone di cemento si chiama SOGENE?
È più leggenda che verità, e sulla sua storia ed origine si perdono le tracce e quindi...ogni certezza. Da quanto però appreso negli anni, il sogene deve questo suo strano nome dalla ditta di costruzione che lo ha realizzato a ridosso degli anni '80-'90...

altri varianti vorrebbero il SOGENE una vecchia fabbrica dal medesimo nome, un saponificio e l'originale palazzo destinato a "cittadella universitaria", decaduto subito e destinato alla sola scienze. Ma naturalmente, la prima ipotesi sembra essere quella più fluibile...

Perchè un pezzo del corridoio di Sogene è fashion...ed il restante un emerito schifo???
All'origine di tutto, l'intero Sogene era come tutto il funesto spezzone di corridoio (sporco e poco illuminato) che ci accompagna nelle vasche tra una lezione e l'altra. È stato solo nell'anno 2009/10 che si è provveduto a dare inizio ai lavori di riammodernamento del corridoio, partendo dall'aula L2 all'aula 13. Purtroppo, vuoi la carenza di fondi, vuoi i tagli all'istruzione ed all'edilizia scolastica...i lavori si sono fermati, limitandoli solo alla suddetta area e mantenendo i restanti spezzoni mefitici e poco raccomandabili, specialmente l'inverno dalle 18 in poi....

Hanno fior fiore di edifici davanti lettere ed economia; hanno il PP1 ed il PP2...perchè gli ingegneri hanno anche le aule "T"???
Misteri di TorVergata! Certo, non è il massimo della correttezza destinare nella facoltà di Scienze un cospiquo numero di aule (dall'ingente grandezza quali quelle "T") ad una facoltà che possiede locali in abbondanza, specie nel Sogene, dove in molte lezioni i posti non bastano ed i ragazzi sono costretti ad arrabbattarsi con mezzi di fortuna (vedi sedie e tavolini rimediati in altre stanze)

I campetti al PP1...sono disponibili per tutti gli studenti?
Certo! I campi di calcetto, tennis, basket ed annesso centro sportivo, sono  riservati agli studenti di TorVergata! Alla modica cifra di 2,50 a testa per ogni ora, gli studenti possono prenotare uno di questi campi, usufruendo dell'agevolazione universitaria mostrando il proprio libretto universitario... E poi, dopo tante ore seduti sui libri od a seguir le lezioni...una sgambata in compagnia dei compagni di sventura (e di studio)...fa sempre piacere!

Ma esiste la mensa?
Assolutamente si! Da scienze è un pò distante, ma comunque con l'ausilio di un mezzo del Cotral dalla fermata del 500, oppure di un 20 express...si arriva in mensa con pochi minuti. La quota non è fissa, ma varia a seconda del proprio reddito. Per poter usufruire del servizio (e degli sconti riservati agli universitari per il pasto ridotto) bisogna però andare a far "magnetizzare" la propria tessera sanitaria al Laziodisu di TorVergata, che trovate nel palazzo a due piani proprio dietro la mensa! Ricordiamo oltretutto che la mensa è la fermata subito dopo ingegneria/economia, prima di quella del policlinico (altro piccolo punto: il Cotral non effettua fermata dinanzi la mensa universitaria; se si desidera andarvi, è consigliato scendere alla fermata di ingegneria/economia...in alternativa, prendere il 20!!)

Cos'è il FocalPoint?
Il focalpoint è un gabiotto che trovate tra l'aula 2001 e l'aula 29, nel lato di Sogene che verso la fermata del 500. È un servizio istituito dal Laziodisu per materiale di studio e fotocopie, nonchè per utilizzare gratuitamente due postazioni PC e internet. Al momento è gestito dall'Ass.Culturale "Elika", la quale ha la facoltà di farvi sconti tesserandovi presso di loro, abbassandovi il prezzo sulle fotocopie. Altri servizi offerti sono quelli di vendita di cancelleria, supporti informatici, rilegatura delle fotocopie, stampa da file, plastificazione di fogli ed altro.

Cos'è il piano di studi?
Il piano di studi è un modulo che, a seconda del corso di laurea scelto, serve a selezionare gli esami che si intende sostenere durante il proprio percorso di studio. Va stampato, firmato e consegnato presso il responsabile del proprio corso; va consegnato entro il termine deciso dal CCL, il quale valuterà poi se approvarlo o meno; entro la consegna della tesi di laurea va consegnata e confrontata con gli esami sostenuti. Importante: in molti corsi, se si è scelti degli esami sul piano di studi, non se ne possono sostenere altri al di fuori di quelli in lista, pena la mancata verbalizzazione al momento della firma per la valutazione! Quindi...occhio agli esami che si mettono sul piano di studi! Non è un gioco, e se non sapete che esami scegliere... chiedete ai vostri colleghi più "anziani"! ;)


Detto ciò (con notizie che possono servire sia a studenti in generale di TorVergata, che della facoltà di Scienze nello specifico...) vi salutiamo e vi diamo appuntamento a domani con la facoltà di Lettere e Filosofia!

Eja, universitari!

sabato 6 novembre 2010

Perchè "Lotta Universitaria"?

L’ università deve essere un istituzione che svolga appieno il suo compito principale: quello di creare uomini superiori che avranno il compito di guidare la società, perfettamente inseriti in essa, lungo il suo cammino alla ricerca del Bene della comunità.

Ci sentiamo èlite noi che non ci vendiamo per un piatto di lenticchie, noi che non scendiamo a compromessi, noi che puntiamo sempre più in alto verso il Bene il Bello e il Giusto.

Ci scagliamo invece contro il conformismo, contro le dittature del pensiero, contro il clientelismo che ha inginocchiato un intera nazione.

Proponiamo un nuovo modo di approcciarsi al sapere , che in realtà nuovo non è ma antico come il mondo, e le nostre menti balleranno sul vostro sapere da operetta!

La nostra laurea non sarà un pezzo di carta ma la fiera consapevolezza di aver intrapreso un percorso verso la nobiltà interiore e la conoscenza finalizzata al bene.

Odiamo la burocrazia ma amiamo il coraggio di coloro che non si sono mai piegati, facciamo della nostra tradizione secolare il bastone che ci supporta e della nostra Fede una bandiera imperitura.

Saremo socialisti perché il bene nostro è il bene della comunità e ancora il bene della comunità scavalca i personalismi.

Saremo identitari in quanto la nostra identità culturale rappresenta la nostra forza.

Saremo indipendenti..il nostro catenaccio difenderà l attacco delle plutocrazie..siamo la gioventù che difende e accresce.

Le nostre facce saranno sempre rivolte al sole e finchè sarà così non avremo mai paura.